martedì 1 aprile 2008

omonimia

Riceviamo una lettera da Bartolo, che pubblichiamo insieme alla nostra risposta.

Gentilissimo Giuseppe,
ti leggo spesso e noto che sei molto impegnato socialmente, mi incuriosisce la tua omonimia con il famoso brigante calabrese e il fatto che pur richiamando le sue gesta ne prendi giustamente le distanze.
Anche io sono omonimo di una famiglia che conosco che è negativamente famosa in provincia di rc.
Sarei curioso di conoscere con riferimento alla 'ndrangheta il tuo punto di vista. Mi pare che eviti di scriverne.
Grazie, perdonami se ti ho disturbato,
Bartolo Iamonte.


Caro Bartolo,
non mi chiamo realmente Giuseppe Musolino.
Da calabrese (sia pur emigrato altrove da più di venticinque anni) ho scelto questo pseudonimo un po' per scherzo e un po' sul serio, con l'intento di dar voce ad un "brigante buono".
Inizialmente componevo i miei scherzucci da solo; nel tempo si sono aggregati altri burloni, che di tanto in tanto forniscono spunti e suggerimenti.
Aborriamo ogni forma di sopraffazione dell'uomo sull'uomo e, pur non essendo esperti di criminalità organizzata, terremo volentieri in considerazione il tuo (implicito) invito a dedicare maggiore attenzione a questo argomento.
Cordiali saluti.
Il brigante

1 commento:

Anonimo ha detto...

Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivio, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale.

Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, Garzanti, Milano 1975