giovedì 24 marzo 2011

patrimonio artistico ed economia turistica

Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera del 24 marzo, ha ricostruito simpaticamente il balletto di cifre che negli anni è stato utilizzato per magnificare le dimensioni del patrimonio artistico italiano.

Stella cita Spadolini (in Italia c'è il 50% dei beni storici e culturali dell'intera Europa), De Mauro (l'Italia custodisce il 75% del patrimonio artistico internazionale), Carraro (40%), Berlusconi (50%), Brambilla (70%) ed altri.

Al di là della difficoltà di contare (e, prima ancora, di definire) il patrimonio artistico, per poterne pesare la valenza turistica, occorre considerare come siano cambiati i mercati negli ultimi anni:

- nuove rotte internazionali sono state aperte al grande pubblico, moltiplicando le dimensioni del patrimonio artistico fruibile, in tutto il mondo;

- nuovi clienti si affacciano sui mercati, nuove culture esprimono nuove domande, che non sono ispirate unicamente dal modello del Grand Tour.

Detto in altri termini, i paesi occidentali non detengono più il monopolio del turismo culturale, né dal lato dell'offerta né da quello della domanda.

Questa consapevolezza ci deve indurre ad una maggiore attenzione verso i nostri tesori: conoscerli meglio, custodirli meglio, promuoverli meglio, venderli meglio.

Se sapremo farlo, ne ricaveremo nutrimento per la nostra cultura, lustro per la nostra immagine e sviluppo per la nostra economia.

[post inviato da Alessandro]

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